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La Domenica della Gargolla #3

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Pagine di vecchie riviste ammuffite e libri fuori edizione ormai smembrati si affastellano lungo i canali di gronda e poi, casualmente, fluiscono pigri dentro le gargolle che sussurrano quello che espellono. Di solito lo fanno di domenica, il giorno delle pulizie. «La Domenica della Gargolla» è una rubrica dedicata a fatti strani.

I fantasmi, si sa, si adattano alle epoche. Passano dai castelli gotici alle moderne diavolerie del moto – ne sa qualcosa, tanto per citarne uno tra i tanti, Stefan Grabiński – e spesso il racconto popolare, quando attesta la loro presenza in un contesto inedito, allora delinea un nuovo ingresso nell’immaginario collettivo. Detta in altri termini, quando i fantasmi abitano qualcosa di nuovo, allora vuol dire che quel qualcosa di nuovo è diffusamente noto perché, nella maggior parte dei casi, sono creature squisitamente popolari.

Accade anche con uno dei primi racconti di automobili possedute – non il primo in assoluto, tra i più noti precedenti basti ricordare la storia della maledetta Gräf & Stift Double Phaeton dell’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando –, che risulta registrato in Norvegia e che viene riportato dai giornali italiani proprio nella prima fase del boom economico, quando cioè l’industria automobilistica nazionale era in fase di grande crescita.

A Sunnmøre, riportano le cronache, una bellissima auto moderna è in vendita da circa un anno per una cifra assolutamente accessibile, eppure «la macchina non riesce a trovare un compratore». Perché? «La vettura ha investito e ucciso una donna e ora dicono che lo spettro della vittima viaggia sempre sull’auto». Uno dei precedenti proprietari si «sentì afferrare per il collo da due mani gelide mentre una voce cavernosa gli ordinava di tornare indietro. Il poveretto prese un tale spavento che finì in un fossato».

Tratto da La Domenica del Corriere, supplemento del Corriere della Sera, del 24 ottobre del 1954, n. 43.

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