
Le gargolle sono creature assai curiose e amano il confronto. All’interno della rubrica «Mi manda Gargolla» esse si fanno carico di rispondere a domande, dubbi esistenziali, richieste stravaganti, consigli e tutto ciò che una creatura di questo e di altri mondi si sentirà di chiedere. Cosa aspettarsi? Ovviamente delle risposte col cuore in mano, nel senso letterale del termine.
Care gargolle, mi chiamo Jiklan, sono un viaggiatore interdimensionale di livello 21beta e per i prossimi moti di rotazione sarò in visita sul pianeta che chiamate Terra. Dalle ricerche che ho condotto mi pare di capire che voi – creature antiche che amate sostare sulle balaustre di edifici religiosi – siete fini conoscitrici della razza umana e delle sue opere. Consultando l’ultima edizione neurale dell’«Atlante omnicomprensivo degli organismi eucarioti» ho acquisito conoscenza che la cosiddetta specie umana H. Sapiens è solita festeggiare il completamento del moto di rivoluzione del suo pianeta attorno al Sole. Trovo assai stravagante questa ricorrenza e pertanto vorrei chiedervi alcuni dettagli ulteriori a riguardo, promettendovi ovviamente di soddisfare eventuali future vostre curiosità circa usi e costumi interdimensionali.
Curioso esploratore di infiniti mondi e dimensioni, la tua richiesta e i tuoi complimenti ci onorano e ci rallegra l’idea di poter aggiungere un tassello di conoscenza al tuo enorme patrimonio di culture e tradizioni conosciute. La festa del Capodanno – differente anche nelle date in base alla provenienza geografica – è una ricorrenza assai sentita dalla specie umana, soprattutto per il suo valore simbolico.
Il compimento del moto di rivoluzione del pianeta, per chi lo abita, segna anche il completamento di un anno di vita trascorso su questo piano astrale e di conseguenza si cerca di fare un bilancio di quanto è accaduto lungo questo periodo. Non solo, l’essere umano adora anche prodigarsi nel comunicare – adesso assai facilmente tramite le tecnologie di cui dispone – i propositi più o meno realistici in programma per l’anno a seguire.
Andando alle origini di questa ricorrenza, pensa che gli antichi romani, cercando di affermare la propria tradizione sulle altre, si adoperarono per uniformare la datazione tramite l’adozione del cosiddetto calendario giuliano e far coincidere l’inizio del nuovo anno coi festeggiamenti dedicati agli dei Bacco e Giano (ecco perché il nome Gennaio) ma ciò, col passare dei secoli, non evitò che queste ricorrenze venissero celebrate in mesi assai diversi in base alla provenienza geografica. Solo sul finire del XVII secolo l’autorità pontificia di Innocenzo XII riuscì a introdurre un nuovo calendario, quello gregoriano, e riaffermare la data del primo di Gennaio come ricorrenza ufficiale. Facendo una semplice ricerca iconografica vedrai come proprio il dio Giano, rappresentato come bifronte, fosse perfetto per simboleggiare il passaggio dal passato al futuro agli occhi dei suoi devoti, soprattutto all’imperatore Giulio Cesare che molto si spese nel ricondurre a questa divinità la festa del Capodanno.
Da queste vicissitudini a oggi sono passati millenni e i modi di festeggiare si sono molto diversificati nelle varie regioni del pianeta: per esempio, in molti paesi dell’America centrale si è soliti mangiare dodici acini d’uva nei dodici secondi che precedono la mezzanotte, nelle tavolate filippine campeggiano dodici frutti rotondeggianti per evocare prosperità, mentre in Russia al dodicesimo rintocco si apre la porta di casa per accogliere il nuovo anno. Ci sono anche altri riti di carattere propiziatorio, come l’usanza nei templi buddisti giapponesi di far suonare le campane centotto volte per allontanare le influenze malvagie o, in Gran Bretagna, saltare dentro un cerchio di tredici candele rosse accese senza farne spegnere neanche una. Infine non possiamo non menzionare il colore rosso, anticamente correlato a figure nobiliari (e poi clericali) prestigiose, che predomina in gran parte del pianeta e che molto probabilmente è stato associato a questa festa fin dalle celebrazioni in onore della dea Vesta, le cui adepte erano delegate alla custodia del fuoco sacro.
Sicuramente troverai molto altro a riguardo nel tuo Atlante Omnicomprensivo, se questa nostra breve introduzione ti ha suscitato interesse. Ti auguriamo una proficua permanenza sul pianeta Terra e per congedarci prendiamo in prestito le parole di un noto personaggio politico italiano: «Ogni mattino, quando mi risveglio ancora sotto la cappa del cielo, sento che per me è capodanno. Perciò odio questi capodanni a scadenza fissa che fanno della vita e dello spirito umano un’azienda commerciale col suo bravo consuntivo, e il suo bilancio e il preventivo per la nuova gestione. Essi fanno perdere il senso della continuità della vita e dello spirito. Si finisce per credere sul serio che tra anno e anno ci sia una soluzione di continuità e che incominci una novella istoria, e si fanno propositi e ci si pente degli spropositi, ecc ecc. È un torto in genere delle date.»