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La biblioteca di Ghould #11

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Ogni settimana, la rubrica «La biblioteca di Ghould» presenta i ritrovamenti che il signor Ghould effettua periodicamente all’interno dei libri conservati nella sua biblioteca personale. Egli ci scrive ogniqualvolta incappa in un bigliettino, una cartolina, un fiore rinsecchito, un francobollo. Il più delle volte si tratta di scoperte di poco conto, altre volte invece anche Ghould ne rimane turbato.

Per quanto la nostra stima e il nostro affetto nei confronti del signor Ghould rimangano autentici e immutati, dobbiamo ammettere che l’invio di oggi ci ha riempito di stupore e un po’ di scetticismo. Il nostro comune amico afferma che questo mobile fu acquistato a Sidney nel febbraio del 1949 e da allora divenne ricettacolo per volumi alquanto strani, in grado perfino di sfidare il concetto stesso di «libro». La collezione ebbe inizio diversi decenni prima, ma fu solo in quell’anno che il signor Ghould decise di riunire i libri che ne facevano parte in una sezione ben precisa della sua biblioteca. Non è così assurdo che qualche volume sia sfuggito a questa raccolta, dal momento che si tratta di libri invisibili, stampati tramite un processo inconsueto su materiali fotoriflettenti con pigmenti in grado di svanire alla bisogna. Ne va da sé che il signor Ghould conosce i metodi per consultare tali meraviglie della tecnica. Noi ammettiamo di aver pensato – per un momento, solo per un fugace attimo – che il signor Ghould non avesse alcun ritrovamento da mandarci oggi, decidendo quindi di fare ricorso a questa burla.

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