
Pagine di vecchie riviste ammuffite e libri fuori edizione ormai smembrati si affastellano lungo i canali di gronda e poi, casualmente, fluiscono pigri dentro le gargolle che sussurrano quello che espellono. Di solito lo fanno di domenica, il giorno delle pulizie. «La Domenica della Gargolla» è una rubrica dedicata a fatti strani.
Nell’anno 1496, fu trovato nel fiume Tevere un mostro dal corpo umano ma squamoso, con testa d’asino, la cui mano destra era umana e la sinistra somigliava nella forma a una zampa di elefante. La zampa destra, poi, aveva artigli d’aquila e la sinistra somigliava a una zampa di bue. L’addome era femminile, completo di mammelle. Dietro le terga aveva una testa munita di barba, per il resto simile a quella di un Drago. Da qui il Sorbin [vescovo, teologo e scrittore francese oppositore di luterani e calvinisti, ndc] ha preso spunto per un presagio, scrivendo che le diverse membra che componevano questo mostro palesavano le diverse eresie, che costituivano la piaga di quell’epoca. La testa del descritto mostro era d’asino, a simboleggiare freddezza e pigrizia, delle quali Lutero e i suoi seguaci furono campioni: infatti, una volta raffreddato ogni spirito di carità, svariati semi di discordia, come minimo disseminati dai luterani, arrecarono danno alla Germania e a molti altri regni.
Tratto da: Ulisse Aldrovandi, Monstrorum Historia, Nicolò Tebaldini, 1642, Bologna. Il testo utilizzato è tradotto dal latino da Lorenzo Peka che ha curato una recente edizione per Moscabianca Edizioni, 2021, Roma.