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Mi manda Gargolla #15

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Le gargolle sono creature assai curiose e amano il confronto. All’interno della rubrica «Mi manda Gargolla» esse si fanno carico di rispondere a domande, dubbi esistenziali, richieste stravaganti, consigli e tutto ciò che una creatura di questo e di altri mondi si sentirà di chiedere. Cosa aspettarsi? Ovviamente delle risposte col cuore in mano, nel senso letterale del termine.

Care gargolle, sono una vostra assidua lettrice e da qualche tempo mi sono buttata a capofitto sui romanzi gotici, soprattutto quelli che vedono protagonisti i vampiri. Tuttavia devo ammettere che spesso mi sono ritrovata a leggere libri decisamente melensi, solite trame che sfociano nel fantasy convenzionale che tanto va di moda oggi o stereotipi resi in maniera alquanto discutibile. Ho pensato che forse, mettendo da parte la narrativa contemporanea, dovrei andare alle radici e leggere le opere che per prime hanno posto al centro dell’attenzione il vampirismo. Sapreste indirizzarmi in questo senso?

Aspettavamo da tempo di ricevere un consulto letterario sull’affascinante figura del vampiro, creatura millenaria che ha sempre avuto un posto di rilievo, sicuramente meritatissimo, nel panorama letterario. Potremmo direttamente coinvolgere svariati vampiri di nostra conoscenza ma, nonostante ormai vengano ritratti come esseri assai integrati nella società da varia letteratura contemporanea, le nostre amicizie di tal guisa hanno animi assai riservati e preferiscono crogiolarsi nella fraterna tenebra.

Andando alle origini, come tu ci chiedi, il diciannovesimo secolo ci regala alcune delle opere più significative a partire da Il Vampiro di John Polidori, un racconto breve nel quale l’autore – trovandosi a convivio, durante il famoso anno senza estate, con personalità come Lord Byron, Percy Shelley e Mary Wollstonecraft – narra le vicende del misterioso conte Lord Ruthven. Amori tormentati, omicidi e segreti inconfessabili sugli scenari fascinosi di città come Londra e Roma e i sobborghi ellenici che contribuiscono a dipingere un perfetto affresco del vampiro dal fascino magnetico, sempre in fuga, anche da se stesso, e costretto a venire a patti con la propria natura.

Su questa scia, a metà Ottocento, troviamo Varney il vampiro, un cosiddetto penny dreadful assai voluminoso scritto da James Malcom Rymer, un’opera che abbonda di tematiche e riferimenti storici del tempo dove la condanna del vampirismo conduce il protagonista, attraverso vicissitudini rocambolesche, a fare i conti con la propria odiata natura di creatura maledetta in perenne pena. Nota a margine: quest’opera ci fornisce il ritratto di un vampiro munito di tutti i crismi poi diventati canonici nel tempo: canini accentuati, ricorrente e frenetica sete di sangue, poteri ipnotici e forza sovrumana, eccetto la capacità (questa invece assai poco diffusa) di potersi aggirare liberamente all’esterno durante le ore diurne. 

Avvicinandosi alla fine dell’Ottocento ti suggeriamo la lettura di Carmilla di Sheridan le Fanu, dove la giovane protagonista Laura, rampolla dell’aristocrazia inglese ma residente in un isolato castello austriaco, per vicende fortuite incontra Carmilla, una bellissima giovane che si rivelerà lungo il corso della narrazione essere una vampira dalle origini ultrasecolari. Tra le due si instaura un rapporto amoroso e profondamente tormentato da una costante caccia al vampiro portata avanti da un’altra famiglia nobiliare impegnata a dipanare i misteri sulla figura enigmatica di Carmilla. In quest’opera emergono altri elementi canonici del vampirismo come il riposo della creatura nella propria bara, la debolezza verso elementi religiosi e paletti di legno, l’aspetto fisico diafano e sensuale.

Se volessimo arrivare a una tappa finale di questo percorso, senza dubbio la meta sarebbe il Dracula di Bram Stoker, romanzo epistolare che vive proprio delle influenze delle altre opere di cui abbiamo discusso poco sopra e scolpisce i caratteri poi sempre più usati per descrivere la figura del vampiro. Il romanzo di Stoker è frutto di approfondite e assai puntuali riflessioni e studi folkloristici e storici, come si evince dai riferimenti a figure storiche come Vlad Tepes Dracul e la sua Transilvania o casi di cronaca dell’epoca come il panico sui vampiri del New England in concomitanza dello scoppio dell’epidemia di tubercolosi in quei territori. Ancora una volta leggiamo di un vampiro dalle discendenze nobili, prigioniero della sete di sangue e pertanto predatore assai preciso e letale. Una creatura che tuttavia, nonostante venga braccata durante tutta l’opera, accetta il suo fato sempre con estrema consapevolezza, quasi a cercare una redenzione finale da quanto compiuto; un tratto spesso ricorrente nelle trame di queste opere. 

Queste quattro opere, a nostro avviso, possono senza dubbio fornirti le basi letterarie per approcciarti alla fascinosa figura del vampiro, nonostante questa poi nel corso dei secoli abbia sviluppato varie sfaccettature, più o meno gradite al pubblico. Ti auguriamo un buon viaggio letterario lungo queste sponde, sperando di aver colmato la tua curiosità. Con la consapevolezza che, come diceva un famoso scrittore italiano, «il vampiro non è solo un nemico, qualcosa che vuole distruggerci, che vuole accostarci per nutrirsi di noi: è anche una terribile tentazione.»

2 commenti su “Mi manda Gargolla #15”

  1. Mi ha incuriosito molto Carmilla, l’ho annotato su Goodreads tra le mie prossime letture. Bell’articolo, sintetico e chiaro.

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