
Le gargolle sono creature assai curiose e amano il confronto. All’interno della rubrica «Mi manda Gargolla» esse si fanno carico di rispondere a domande, dubbi esistenziali, richieste stravaganti, consigli e tutto ciò che una creatura di questo e di altri mondi si sentirà di chiedere. Cosa aspettarsi? Ovviamente delle risposte col cuore in mano, nel senso letterale del termine.
Care gargolle, mi chiamo Martino e frequento le scuole medie. Sto studiando l’Antico Egitto e dovrei fare una ricerca sulle divinità egizie e ho scoperto che sono tantissime! Sono sicuro che i miei compagni di classe sceglieranno le divinità più famose, quindi vi chiedo un suggerimento per approfondirne qualcuna magari meno nota. Vanno bene anche divinità cattive o paurose, anzi penso siano le più belle!
Caro Martino, la tua richiesta ha creato parecchio scompiglio tra di noi poiché il pantheon egizio, come tu stesso hai potuto notare, è parecchio variegato e denso di figure dalla mitologia e dai significati dietro di essa profondissimi. Abbiamo dibattuto intere notti prima di concordare su una ristretta lista di nomi, cercando di essere quanto più originali e ricercati nello scartabellare le pagine del Libro dei Morti e le infinite collezioni di papiri e iscrizioni.
Cercando di soddisfare la tua richiesta — dato che sicuramente sei un giovane coraggioso e con un certo gusto per un certo tipo di creature — infine siamo giunti a scegliere un nome: Ammit, divinità altresì nota con epiteti quali «Divoratrice dei morti» e «Mangiatrice dei cuori». Questa divinità connessa al fascinoso mondo dell’Oltretomba egiziano era tutto fuorché un’entità da venerare, tanto era il terrore che instillava nei fedeli.
Essa, infatti, racchiudeva in sé tutto il terrore che doveva spingere ogni cittadino ad attenersi alle prescrizioni del Ma’at, quell’insieme di norme morali ed etiche fortemente connesse anche all’aldilà che sicuramente ti appresterai a studiare se non lo hai già fatto. Non a caso, rimanendo sempre nel campo della paura, la raffigurazione iconografica di questa divinità la mostrava come una creatura formata da parti di animali sacri assai temuti all’epoca: muso di coccodrillo, testa, torace e zampe anteriori di leone e ventre e zampe posteriori di ippopotamo.
Ammit, come testimoniano i suoi epiteti, presiedeva a un compito molto importante durante la pesatura del cuore del defunto — la cosiddetta psicostasia di cui troverai meravigliose raffigurazioni su molti papiri — alla quale assistevano tutte le divinità facenti parte del Tribunale di Osiride. Qualora il suddetto cuore avesse avuto un peso maggiore della contrapposta «piuma della verità», l’anima del defunto sarebbe stata condannata ad un eterno oblio, una vera e propria seconda morte, e il cuore gettato nelle fauci dell’affamata Ammit. Secondo il celebre Libro dei Morti vi era inoltre l’usanza di inserire nel corredo funerario del defunto una raffigurazione papirica di Ammit in posizione accovacciata dinanzi alla sacra bilancia, come se avesse la funzione di buon auspicio per la prossima pesatura del cuore.
Documentandoti sulla dea Ammit potresti imbatterti anche in Am-eh, che si ritiene fosse una divinità funeraria minore che potrebbe essere proprio un’altra sua manifestazione, definita «mangiatore dell’eternità» e stavolta con le sembianze di un uomo con la testa di cane segugio dimorante all’interno di un lago infuocato.
Per chiudere questo breve excursus nella mitologia dell’antico Egitto, se questa divinità ti ha appassionato sappi che ne potrai trovare una trasposizione addirittura nella serie tv Moon Knight, in cui abbondano i riferimenti alla storia che abbiamo trattato!