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Mi manda Gargolla #21

Le gargolle sono creature assai curiose e amano il confronto. All’interno della rubrica «Mi manda Gargolla» esse si fanno carico di rispondere a domande, dubbi esistenziali, richieste stravaganti, consigli e tutto ciò che una creatura di questo e di altri mondi si sentirà di chiedere. Cosa aspettarsi? Ovviamente delle risposte col cuore in mano, nel senso letterale del termine.

Care gargolle, in alcuni vostri articoli ho visto citato l’antico grimorio Picatrix. Ammetto di non conoscerlo, ma sono molto affascinato dai testi antichi e soprattutto dalla loro influenza sulla letteratura. Potreste spendere qualche parola per introdurre questo testo?

Richieste di questo tipo rallegrano sempre i nostri spiriti e, soprattutto, ci danno l’occasione di mettere gli artigli sui nostri polverosi scaffali ricolmi di tomi. Tuttavia, parlando del Picatrix come di altri volumi, il nostro occhio non può che posarsi su mensole assai più custodite dove alloggiano testi dall’elevato spessore di potere e mistero.

Il Picatrix è un antico testo di magia e astrologia scritto in arabo nel Medioevo. Il titolo completo del libro è Ghāyat al-Ḥakīm, che si traduce in «L’obiettivo del saggio». Alcuni studi, seppur basati su fonti spesso controverse, concordano che sia stato scritto dal saggio arabo Maslama Al-Majriti, originario di Cordova nel X secolo, anche se alcuni studiosi sostengono che possa essere stato scritto anche in epoche successive da autori diversi.

Il volume venne tradotto in latino nel 1256 ed ebbe larga diffusione, sempre in versione manoscritta, durante il Rinascimento; si dice che grandi luminari come Pico della Mirandola, Marsilio Ficino e Tommaso Campanella ne custodissero gelosamente una copia. Tuttavia solo nel 1920, a opera di Wilhelm Printz, è stata rinvenuta una copia del testo in lingua araba, versione originaria che si credeva ormai perduta per sempre. 

Il libro è diviso in quattro parti e contiene un’ampia gamma di informazioni sulla magia e sull’astrologia. La prima parte del libro tratta dell’astrologia e della magia delle stelle e dei pianeti. La seconda parte tratta dell’astrologia e della magia della luna. La terza parte è dedicata alla magia elementale e alla creazione di talismani magici. Infine, la quarta parte del libro contiene informazioni sulla magia dei nomi e delle immagini.

Il Picatrix è un libro estremamente complesso e tecnico. Richiede una conoscenza approfondita dell’astrologia e della magia per poter essere compreso appieno.
Dalle sezioni del testo emergono con forza le influenze della cultura ellenistica, soprattutto in campo astrologico, degli elementi del misticismo islamico e del neoplatonismo.

Il libro ha suscitato l’interesse di molti studiosi moderni, soprattutto nell’ambito dell’occultismo e della magia. Non a caso il celebre Ibn Khaldun lo definì «il trattato di magia più completo e meglio costruito». Tuttavia, il Picatrix è anche stato criticato per la sua natura oscura e per il fatto che potrebbe essere stato utilizzato per scopi malvagi. In effetti, alcuni ritengono che il libro sia stato scritto per scopi magici specifici, come la creazione di talismani per il controllo mentale o per la divinazione. Ma questi sono temi perniciosi ed è meglio non sbilanciarsi troppo; siamo certe che ne converrai con noi.

Nonostante la sua complessità e la sua controversia, il Picatrix continua ad attirare l’attenzione di molti studiosi e appassionati di magia e astrologia. Il libro è una testimonianza dell’importanza che questi argomenti hanno avuto nella cultura araba medievale e della ricchezza delle tradizioni magiche che si sono sviluppate in quelle epoche. Oggi, il Picatrix rimane uno dei libri più misteriosi e affascinanti della storia dell’occultismo.

Un riferimento letterario che ci sentiamo assolutamente di suggerirti è il romanzo Picatrix: la scala per l’inferno di Valerio Evangelisti, anche se rimandi a questo tomo sono piuttosto ricorrenti all’interno di tutta la saga dell’Inquisitore Eyemerich.

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