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La biblioteca di Ghould #23

Ogni settimana, la rubrica «La biblioteca di Ghould» presenta i ritrovamenti che il signor Ghould effettua periodicamente all’interno dei libri conservati nella sua biblioteca personale. Egli ci scrive ogniqualvolta incappa in un bigliettino, una cartolina, un fiore rinsecchito, un francobollo. Il più delle volte si tratta di scoperte di poco conto, altre volte invece anche Ghould ne rimane turbato.

Oggi il signor Ghould era euforico, dal momento che la conoscenza con il professor Vænguan è progredita al punto tale che l’accademico lo ha omaggiato con l’invio di un volumetto in grado di farsi rileggere più e più volte. Inizialmente ci ha stupito la somiglianza tra il cognome dell’esimio studioso e quella dell’autore del volume, ma è stato lo stesso signor Ghould a rassicurarci: Vangone non è altro che un avatara del professore, la personificazione di uno dei personaggi di una fantomatica rubrica, la forma letteraria fatta carne che si prodiga nel creare letteratura. Il nostro amico bibliotecario ci ha tenuto a spiegare la molteplicità di letture a cui Attribuzioni è in grado di costringere chi decide di sfogliarlo. «Due, tre, financo quattro letture sono poche, in questo caso.» Poi il signor Ghould ha iniziato a passeggiare nella mastodontica sala lettura della sua biblioteca, sempre tenendo in mano il volumetto, e ha iniziato a parlarci dei filtri e di come siano in grado di far colare le storie in infiniti modi e inesauribili mondi.

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